La tana dell’odio

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La tana dell’odio di Giovanni D’Alessandro

la tanaL’ho letto in due giorni, divorando pagina dopo pagina. Poi ho sentito il bisogno di approfondire e, con la mappa davanti, ho cercato di seguire gli itinerari della memoria del protagonista, nella complessa nuova geografia dei Balcani, dalla ex Jugoslavia ad oggi.
Il ritmo incalzante delle parole, che si susseguono, secondo una sorta di metrica, crea ansia e angoscia, rendendo quasi visibile e tangibile lo stato d’animo di Peppe – Jusuf alla ricerca disperata del suo passato e del motivo dell’atroce assassinio di tutta la sua famiglia.
Il giovane protagonista di questa storia ha una caratteristica speciale, non nutre mai odio, non mostra desiderio di vendetta, ma cerca risposte che non riesce a trovare.
Al di là della storia d’amore, un messaggio è determinante: il ricordo e la coscienza di tante nefandezze che anche senza guerre, si perpetrano ancora, come mostrano i telegiornali, a causa dell’odio che è nascosto in ognuno di noi pronto a venire fuori quando meno ce lo aspettiamo.
“Le tane dell’odio sono sempre tra noi anche quando non si vedono. Noi abbiamo imparato che ciò è vero come che il sole sorge ogni giorno. Non lo dimentichiamo e vigiliamo.”