Spulciando tra le novità librarie ho incontrato per caso questo titolo che mi ha incuriosito e leggendo le recensioni mi sono convinta che Un’ eredità di avorio e ambra di Edmund de Waal andava assolutamente letto. Ho avuto naso e oggi so di aver letto un libro che mi ha arricchito culturalmente e umanamente.
Avevo sempre snobbato l’arte giapponese e cinese considerandola nella mia ignoranza di gusto un po’ pacchiano e se non avessi letto “Un’ eredità di avorio e ambra” forse sarei rimasta di questa opinione. Oggi vorrei avere fra le mani uno dei netsuke della collezione Ephrussi per condividere il piacere tattile che questi minuscoli oggetti riescono a comunicare al suo proprietario quando li “rigira tra le mani”.
Questo libro non è un romanzo, ma si legge con la stessa facilità, è storia, ma quella della vita vera di persone realmente esistite e inserite in un contesto concreto.
E’ un libro che mi ha spinto ad approfondire diversi temi in esso esposti per la voglia di capire meglio i personaggi e la loro vita.
Seguendo le piccole figurine giapponesi che l’autore ha avuto in eredità dallo zio Iggie e i loro passaggi attraverso 3 generazioni di Ephrussi si incontrano uomini diversi, Charles mecenate e critico d’arte che li acquista a Parigi alla fine del’800; Viktor il cugino di Vienna a cui l’intera collezione viene regalata in occasione del matrimonio; Ignace “Iggie” che vive a Tokyo e che rientra in loro possesso alla fine della seconda guerra mondiale e il nipote Edmund di Londra che li riceve in eredità.
Città diverse: Parigi, Vienna, Tokyo, Londra, e situazioni storiche diverse.
Si entra in sintonia con gli scenari proposti tanto da sentirsi emotivamente partecipi degli avvenimenti raccontati. Si diventa parte di questa grande famiglia e delle sue vicissitudini e ci si affeziona a questa collezione di 264 netsuke.
Io leggendone le descrizioni ho pensato alle statuine napoletane dei nostri presepi che, pur nella loro micro statura, sanno raccontare storie della nostra quotidianità presente e passata.
Un libro, quindi, che consiglio di leggere.
Archivio della categoria: opinioni
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Un’eredità di avorio e ambra
Citazione
La tana dell’odio
Immagine
La tana dell’odio di Giovanni D’Alessandro
L’ho letto in due giorni, divorando pagina dopo pagina. Poi ho sentito il bisogno di approfondire e, con la mappa davanti, ho cercato di seguire gli itinerari della memoria del protagonista, nella complessa nuova geografia dei Balcani, dalla ex Jugoslavia ad oggi.
Il ritmo incalzante delle parole, che si susseguono, secondo una sorta di metrica, crea ansia e angoscia, rendendo quasi visibile e tangibile lo stato d’animo di Peppe – Jusuf alla ricerca disperata del suo passato e del motivo dell’atroce assassinio di tutta la sua famiglia.
Il giovane protagonista di questa storia ha una caratteristica speciale, non nutre mai odio, non mostra desiderio di vendetta, ma cerca risposte che non riesce a trovare.
Al di là della storia d’amore, un messaggio è determinante: il ricordo e la coscienza di tante nefandezze che anche senza guerre, si perpetrano ancora, come mostrano i telegiornali, a causa dell’odio che è nascosto in ognuno di noi pronto a venire fuori quando meno ce lo aspettiamo.
“Le tane dell’odio sono sempre tra noi anche quando non si vedono. Noi abbiamo imparato che ciò è vero come che il sole sorge ogni giorno. Non lo dimentichiamo e vigiliamo.”
Elucubrazioni di un professore alle soglie della pensione.
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