Fine anno 2019

Quest’anno ho letto 49 libri! Tanti, una media di 4 al mese. Per lo più sono “gialli” di autori che già conosco  per  seguire le storie dei loro protagonisti più famosi. Ci sono poi delle novità: autori mai letti che mi incuriosiscono, romanzi biografici, d’amore o di avventura.  Purtroppo, leggendo i titoli, non sempre ricordo la trama, ma sfogliando le pagine, mi tornano in mente le storie e se ho qualche difficoltà torno a rileggere il libro daccapo.

Ogni romanzo è un’avventura a cui ho partecipato più o meno intensamente, ma sempre con grande piacere. Oggi che sono in pensione e le mie attività, così come i miei contatti, si sono molto ridotti, ogni trama diventa parte della mia esperienza di vita. Pur restando a casa mentre leggo sono trascinata in realtà sociali, geografiche e affettive differenti e molto spesso mi sento portata ad approfondire la conoscenza dei luoghi e dei tempi in cui i fatti si svolgono,  ampliando le mie nozioni e collocandomi maggiormente all’interno delle storie di cui mi sento fortemente partecipe.

Ad esempio amo molto i libri di Jan Manook che possiede un vero talento nella descrizione dei luoghi geografici in cui colloca le sue avventure e degli usi e dei costumi dei suoi personaggi. Ho imparato ad amare la Mongolia insieme al commissario Yeruldelgger e quando le sue avventure sono finite mi sono commossa come se avessi perso un caro amico.

Leggere è bello più che guardare un film, perché ognuno ha la possibilità di dare un volto ai personaggi, di dare colori alla natura, di scandire i tempi e le emozioni come fosse il regista di un film molto personale che si svolge solo per lui e di cui nessun altro potrà avere visione.

Ogni volta che mi è capitato di vedere il film dopo aver letto il libro ho provato grande delusione, perché difficilmente i fatti erano come io me li ero immaginati.

I libri mi stimolano, mi incoraggiano, mi fanno pensare e riflettere, mi danno la possibilità di viaggiare in luoghi lontani, collocandomi nella quotidianità dei protagonisti. Ogni volta che giro l’ultima pagina di un romanzo sono contenta, ma mi sento come se avessi detto addio alla famiglia e alla città di cui ormai sapevo tutto e a cui mi ero affezionata.

Mentre le parole mi scorrono sotto gli occhi le immagini si disegnano interpretando le scene di cui mi sento partecipe. Così posso realizzare i miei sogni, concretizzare le mie fantasie, schierarmi da una parte o dall’altra, dare consigli e criticare gli eventi, insomma essere quella che vorrei ma che in realtà non ho il coraggio o la possibilità di essere.

Fine anno 2019ultima modifica: 2020-01-08T13:36:08+01:00da elisaber
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