Una donna

“Rifiuto il complimento che io penso come un uomo, il pensiero non ha sesso, una persona o pensa o non pensa.” Mi sono imbattuta, casualmente in questa frase attribuita a Clara Boothe Luce e la condivido totalmente. Prima donna ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, vissuta tra il 1903 e il 1987, conferma la mia tesi sulla totale e inequivocabile possibilità di ogni donna che lo voglia, di raggiungere i vertici della carriera con le proprie capacità. Le sue radici familiari sono molto comuni, figlia di un violinista e di una ballerina che presto si sono separati, ha la fortuna di vivere con una madre intelligente che investe nella formazione culturale della figlia facendole frequentare scuole di prestigio. Così Clara ha ottenuto, studiando in un’ epoca in cui le donne erano prevalentemente casalinghe, i suoi successi, prima come giornalista e poi nella politica anche se realisticamente afferma :“In politica le donne battono a macchina lettere, leccano francobolli, distribuiscono volantini e procacciano voti, ma sono gli uomini che vengono eletti”.

Non sono determinanti per le sue carriere di giornalista, di scrittrice, e di politico i suoi due matrimoni con illustri personaggi del giornalismo, Clara era già entrata a pieno titolo nel mondo editoriale e vi rimane anche quando la situazione economica dei suoi mariti poteva permetterle di fare la signora senza lavorare. Quando anche lei si trova a vivere il più grande dolore della sua vita, la morte dell’unica figlia, tutto quello che aveva ottenuto con impegno personale e determinazione si scioglie come neve al sole. “Improvvisamente, mi trovai faccia a faccia con la drammatica inutilità e inconsistenza di tutto l’affannarmi, correre, lavorare e sperare che aveva caratterizzato la mia esistenza. Di fronte alla morte e al dolore, nulla aveva più senso». Queste sue parole preannunciano una totale abdicazione, fanno presagire una volontà suicida e rinunciataria, ma ancora una volta la sua capacità di lottare le apre la strada della rinascita con la conversione al cattolicesimo che le offre un nuovo orizzonte in cui poter affogare il suo dolore.

Sono convinta che le donne sono vittime per lasciarsi consolare, sono fragili per farsi sostenere, sono rinunciatarie per essere condotte attraverso la vita senza troppe responsabilità. Alle donne fa comodo essere donne come i vecchi canoni stabiliscono, il femminismo è un discorso filosofico-politico che si fa perché di moda, ma sono poche le donne che ci credono davvero e quelle poche dimostrano da sempre che niente può fare l’uomo che non possa anche la donna, infatti come dice la Clara Luce “se Dio avesse voluto che noi pensassimo con il nostro utero, perché ci avrebbe dato un cervello?”

Suggerisco la lettura di Clare Boothe Luce. Storia di una donna speciale di Marino Parodi

Una donnaultima modifica: 2010-08-09T09:15:00+02:00da elisaber
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