Tanto per iniziare

Il libro è Bianca come il latte rossa come il sangue di A. D’Avenia. Me lo hanno consigliato e l’ho comprato con un certo scetticismo certa che fosse il solito polpettone da adolescente sentimentale, pieno di parolacce e senza contenuto, invece mi è piaciuto molto e l’ho letto con attenzione prendendo anche qualche appunto.

Chi l’ha detto che “gli adulti non si ricordano come è essere innamorati?”(pag.31) Io mi ricordo benissimo come è, anzi potrei esserlo ancora solo che non ne ho più voglia.

“E’ incredibile uno del medioevo che prova le stesse cose che provo io!”(pag.41) Sì proprio così, sta qui il bello della storia, della letteratura, di tutto ciò che è stato prima e che ora si chiama cultura. Come quando ho scritto quella famosa lettera ai miei alunni per comunicare loro che Gesù non è una invenzione, ma un uomo morto ad appena 33 anni con una vita concreta come quella che vivono loro. Se si pensasse a questo ogni volta che si parla di ciò che è stato e in particolar modo di quelle persone che hanno fatto la storia, non si verificherebbe forse più quello che notavo a scuola un gran numero di insufficienze in storia, troppe per una materia orale che dovrebbe affascinare una generazione che impazzisce davanti ai film d’avventura o ai video giochi ambientati nel medioevo o ai giochi di ruolo. Vuol dire che noi insegnanti non sappiamo presentare la storia e la letteratura come una magnifica avventura da ripercorrere, come un racconto a puntate, a volte molto più intrigante di una fiction. Qui c’è la vecchiaia che incombe, ma non si tratta dell’età anagrafica del docente o del genitore, ma della vecchiaia mentale, psicologica di tutti quelli che già a 15 anni, non hanno più voglia di cambiare, di reinventarsi, di trovare nuove strade e diverse strategie, che sono stanchi, depressi, demotivati e tragicamente già arrivati! Io alla mia età faccio ancora progetti, sogni, programmi e non do per scontato che non vale più la pena perché è troppo tardi. Troppo tardi può essere a qualunque età, nessuno può dire quanto manchi alla fine del proprio cammino e allora perché porsi dei limiti?

“Io non so fare ancora niente alla grande, ma sono fiducioso”(pag.43) Qui è la differenza: sono fiducioso, questa è gioventù, ma non è legata all’età che si ha, io sono fiduciosa ancora oggi! Fiduciosa, magari, di diventare una grande scrittrice. “Devo trovare il mio sogno e trasformarlo in un progetto” è esattamente quello che penso e due sono le cose, o ho vissuto una vita da incapace senza riuscire a tradurre nessuna speranza in concretezza, o sono patologicamente attaccata alla vita e, realizzato un sogno, subito ne faccio un altro.



 

Tanto per iniziareultima modifica: 2010-06-22T19:33:00+02:00da elisaber
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