Fahrenheit 451

Fahrenheit 451 di Ray Bradbury

Sembra un libro lontano, oscuro, non inseribile nel contesto attuale, un libro fantascientifico, anzi di fantapolitica.
Il libro, scritto nel 1953, invece è esattamente la previsione di quello che sessanta anni dopo è diventato il mondo.
Si è presi dallo sgomento, constatando quale danno irreparabile può produrre la tecnologia se non viene gestita con accortezza e quale pericolo può annidarsi dietro la distruzione del passato, della tradizione, della memoria.
E’ difficile pensare che sia stato scritto negli anni 50, perché c’è già una intuizione  de “il grande fratello”. “I parenti”, “la famiglia”, “il salotto” sono i personaggi che la tv proietta nella  casa e con i quali si interagisce. Parlare con loro è più importante che con i propri familiari. I libri rappresentano il pericolo del pensare ,del poter scegliere e dunque, della libertà.
“ E ho pensato ai libri. E per la prima volta mi sono accorto che dietro ogni libro c’è un uomo. Un uomo che ha dovuto pensarli. Un uomo a cui è occorso molto tempo per scriverli, per buttar giù tante parole sulla carta. “ Con questa riflessione Montag inizia la sua redenzione da incendiario distruttore a  raccoglitore di memorie “ e quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: Ricordiamo.”
L’essere umano vuole uscire dalle difficoltà, dalle paure, dal dover prendere decisioni. E’ più facile lasciarsi trasportare dalla corrente, adeguarsi al flusso del moto che trascina e travolge inesorabilmente.  La “famiglia “ virtuale non oppone resistenze, non chiede sacrificio, si lascia guardare senza coinvolgimenti.
“Il fatto è che questa è l’epoca della carta igienica. Ti soffi il naso su una persona, la appallottoli, la getti via, tiri la catena e lo sciacquone se la porta via, allunghi la mano per un’altra persona, ti soffi l’appallottoli, tiri la catena.”
Attenzione prima o poi la carta igienica siamo anche noi, e il “segugio Meccanico” controlla i movimenti, scruta e osserva che nessuno possa uscire dai ranghi.
“Castriamo la mente dell’ uomo”
Con le cuffie nelle orecchie, gli occhi puntati sui piccoli schermi di cellulari e computer, l’attenzione concentrata sulle parole sempre più essenziali degli sms, circondati dal caos frenetico del traffico diurno e della musica la notte, spossati da infinite, velocissime attività le giornate passano senza che ci sia più tempo di pensare.
“Per ogni cosa c’è una stagione. Sì. Il tempo della demolizione, il tempo della ricostruzione.” 
Per fortuna alla fine resta la speranza del ricominciare a ricostruire, come la Fenice, dalle proprie ceneri, perché in ogni epoca, per quanto buia, l’uomo ha saputo ritrovare se stesso tornando a guardare indietro alla sua memoria e alle sue tradizioni.

Fahrenheit 451ultima modifica: 2012-03-20T19:48:01+01:00da elisaber
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