La tredicesima storia

Ho letto moltissime recensioni sul romanzo La tredicesima storia di Diane Setterfield e quindi non intendo produrne un’altra, ma traendo spunto da alcuni passaggi interessanti, voglio scrivere, come è mio solito, delle riflessioni, dei pensieri che in qualche modo mi sono stati suggeriti da alcuni passaggi di questo libro.

La mia passione per la lettura e l’attrazione istintiva per il libro si accentuano quando leggo “Leggere, in fondo, in un certo senso significa custodire.” e ancora ” Per quanto banale sia il contenuto, (i libri) hanno sempre qualcosa che mi commuove.” “ Una volta morte, le persone scompaiono….Qualcuno però fa eccezione a questo annullamento. Perché continua a esistere nei libri che ha scritto….La parola scritta gli permette di farti arrabbiare o di renderti felice. Di consolarti. Di farti sorgere dei dubbi. Di cambiarti. … Grazie al miracolo dell’inchiostro sulla carta…” Pag.25

In virtù di questa perfetta alchimia di pensiero e parole scritte, il passato resta presente e continua a produrre emozioni, sentimenti, ricordi; le parole ti fanno soffrire, ti consolano e ti danno speranze, ti fanno conoscere le cose del mondo anche se non sei mai uscito dalla tua casa. Gli antenati, i miti, le origini restano parte viva del mondo di qualsiasi tempo sia che si tratti di capolavori universalmente acclarati, sia che si tratti solo di un diario personale o di lettere private.

Questa certezza è veramente consolatoria, al di là del nulla, del finito, della putrescenza fisica c’è l’eternità del tramandare, del conservare, dell’ereditare un patrimonio che diventa parte integrante di noi.

Quando ti capita di ritrovare in un vecchio cassetto dove si ammucchiano carte su carte, brevi lettere scritte da una persona a te cara che non c’è più, è una emozione forte, perché quella persona ritorna a parlare con te, si fa presente e viva. Io ho sempre amato scrivere, mi rilassa, mi fa capire meglio chi sono, come sono e che cosa voglio.

Da bambina e adolescente ho scritto pagine e pagine di diari più o meno segreti. Mi sono accorta da grande che mia madre leggeva tutto con gran facilità, per tenermi meglio sotto controllo, sicuramente allora mi avrebbe dato fastidio oggi ne rido perché ciò che scrivevo non era poi così privato. Adesso scrivo qui, come si usa, ma penso che quando non ci sarò più nessuno troverà  le mie parole e, per me, come per tutti quelli che usano la tecnologia digitale, lo scrivere ha un tempo che è quello della mia vita.

Nessuno troverà un pacco di lettere ingiallite tenute insieme da un nastrino scolorito in qualche mio cassetto.

La tredicesima storiaultima modifica: 2010-09-22T20:19:40+02:00da elisaber
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