Free readers

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Una mia alunna mi ha presentato un progetto sulla libera lettura. Vuole trovare un gruppo di persone come lei, che amino leggere, e ha pensato di formarlo con i suoi  compagni di scuola. Le ho chiesto di portarmi un elenco di libri tra cui scegliere e, con mia grande meraviglia, ho visto che l’elenco era vario e raccoglieva libri classici già entrati nel firmamento degli immancabili, e altri di autori nuovi e giovani come Baricco e Giordano. Felice e compiaciuta, ho condiviso subito questa idea che avevo avuto anche io, ma che, proposta da una giovane 16enne, ha ancora più valore.

Scelto il libro, lo leggeremo a casa ognuno per proprio conto, sottolineando i brani e le parole più significative per ciascuno, poi ci  incontreremo in biblioteca per confrontarci e discutere  sulle nostre impressioni. Finalmente un progetto che viene dalla base e non imposto dall’istituzione, né da un adulto! Vi assicuro che darò qualsiasi contributo per farlo crescere , non voglio deludere la ragazza che ha creduto in me, che crede nei libri e che porta avanti una aspettativa di partecipazione personale al mondo della lettura, che non deve essere delusa.

Ho sempre sostenuto che leggere rende liberi, perché dalla lettura si sviluppa il sapere, la conoscenza e la risposta personale agli interrogativi della vita.

Leggere serve anche a sognare calandosi in un mondo irreale fatto di fantasia e di poesia in cui trovare la forza per  vincere  quelle battaglie difficili che a volte si trovano nella realtà del quotidiano.

Leggere fa entrare nella storia, perché la scrittura fa vivere in eterno i fatti e le persone che racconta, non permettendo che la morte annulli ciò che è stato un momento della costruzione dell’umanità.

Anna Frank vive ancora oggi, in barba ad uno sterminio abominevole, grazie al suo Diario!

Se noi docenti facessimo meno uso dei manuali e ci servissimo di più della narrativa, se ci ricordassimo più spesso che un testo è scritto per essere letto e per suscitare delle emozioni nel lettore, sono sicura che sapremmo comunicare ai nostri  alunni la voglia e il desiderio di andare avanti da soli nello sfogliare le pagine della cultura mondiale con piacere e curiosità.

Gli adolescenti sono apatici,  freddi, privi di ogni interesse, svogliati solo perché non sono stati sufficientemente e legittimamente sollecitati da noi adulti. Comincio a pensare che prima di tutto siamo noi a dover essere rieducati al gusto della lettura se vogliamo essere in grado di promuoverlo. Abbiamo mai chiesto in classe “vi è piaciuto questo libro?”, non ci interessa il giudizio dei sottoposti, imbevuti come siamo di certezze e di uno smisurato e cieco orgoglio che ci pone in un cerchio planetario tanto elevato ed esclusivo  che mal si adatta a qualsivoglia forma di comunicazione diretta che presupponga una sorta di confidenza e di promiscuità mentale con l’alunno. Invece se ci si pone in un atteggiamento   paritario si raccolgono tante sfumature sottili, tanti pensieri profondi, tante sollecitazioni che aspettano solo di essere raccolti per potersi tradurre in saperi. Noi adulti guardiamo agli adolescenti con timore, vogliamo rinchiuderli dentro i nostri schemi mentali per paura di venir giudicati e forse non assolti, ma essi sono un patrimonio infinito di possibilità e di incastri, duttile come la creta, che può diventare un’opera d’arte se lavorata con amore.

Free readersultima modifica: 2010-10-02T17:20:00+02:00da elisaber
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