Tanto per…parlare

 

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Ho sentito dire “ non faccio in tempo a finire il programma”, “sono indietro col programma” professori angosciati e aggrottati, quasi terrorizzati dalla perdita di tempo a causa di una giornata alternativa in cui la didattica tradizionale è stata sostituita da un variato e diversificato ventaglio di iniziative socio-culturali.

Ho riflettuto su questo angustiante dilemma “restare in classe per finire il programma o partecipare ai laboratori allargati e agli appuntamenti predisposti in aula magna?”.

Ho pensato: quali sono oggi gli stimoli a cui i nostri adolescenti figli-alunni sono sottoposti? Non sono loro che  grazie ai motori di ricerca, possono risolvere qualunque problema,da quale strada  fare per raggiungere la discoteca in macchina, a quale film è oggi in programmazione senza voler pensare a ricerche più impegnative come ad esempio chi era Giovanna d’Arco?

Poi ho alzato lo sguardo assorto nei miei pensieri e mi sono posta un’altra domanda: che cosa è oggi la cultura?

Senz’altro la moltitudine di stimoli esterni presuppone conoscenze multiple, frammentarie, disordinate , immediate e incomplete e sottendono un patrimonio culturale in continua evoluzione, non assimilato ma utilitaristico, capace solo di sostenere nel bisogno specifico.

Un amico mi diceva di aver studiato partendo da un patrimonio culturale genetico molto basso poiché, il padre muratore, la madre casalinga e il paese piccolo e chiuso nella campagna gli avevano proposto esempi e stimoli legati solo ai mattoni e ai maiali ai quali doveva dare da mangiare. Oggi molto prima e molto meglio gli adolescenti vengono accostati dai molteplici stimoli culturali in mezzo a cui vivono a volte senza nemmeno accorgersene. Ed è questo il lato peggiore del problema. Sono convinta che il maggior male è nella indifferenza con cui gli adolescenti passano spavaldi e distratti tra i milioni di stimoli provenienti da internet e dagli altri mezzi di comunicazione.

Internet piace per la sua velocità di risposta, per la mancanza di fatica e di sforzo che richiede.

La filosofia del tutto e subito si è riversata anche nella mente, leggere è più lento e faticoso che vedere il film, imparare a memoria è inutile, perché con un clic si hanno le risposte alle domande che servono al momento e poi,forse, mai più.

Sono una sostenitrice delle LIM e di ogni forma di tecnologia che possa servire ad agevolare il processo educativo, ma sono anche convinta che la multimedialità in ogni sua forma debba rimanere mezzo e non sostituire il fine. So per esperienza personale quanto possa essere umiliante e ostacolante non riuscire a capire l’altro, non essere in empatia con chi ti deve introdurre in un mondo nuovo che può diventare appassionante o ostile. Spesso carriere sciupate nascono da un equivoco rapporto con uno specifico ambito di insegnamento, e al contrario i talenti nascosti in ognuno di noi possono essere valorizzati al punto da produrre un artista o un genio.

E allora ben vengano tutte quelle forme di approccio alle discipline che servono ad agevolarne l’apprendimento, peccato che chi maggiormente se ne dovrebbe avvalere non lo fa, perché poco umilmente, è convinto di non averne bisogno.

Tanto per…parlareultima modifica: 2010-12-02T20:00:00+01:00da elisaber
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