A mio nonno

finestranote2.jpgMio nonno ascoltava la radio seduto su una vecchia poltrona con la luce spenta e una mano appoggiata sulla fronte. Lui non vedeva bene e portava gli occhiali, aveva lunghe mani bianche affusolate e  sicure, mani da principe, pensavo io allora bambina. Mi piaceva molto questo suo stare concentrato e silenziosamente raccolto ad ascoltare  la musica dalla sua vecchia radio La voce del padrone. Con la mano batteva delicatamente il tempo e dirigeva una invisibile orchestra. La musica era sinfonica, orchestrale, operistica e in quest’ultimo caso sussurrava tra se e se le parole famose dei brani eseguiti da celebri cantanti dell’epoca. Questo rituale era magico, non bisognava fare chiasso per non disturbarlo in questo che era uno dei suoi pochi hobby o forse, l’unico. Imparai così ad ascoltare anch’ io e quei brani divennero conosciuti e amati come le canzonette del festival di San Remo. Quando lui morì mio padre continuò senza saperlo questa involontaria opera di educazione musicale. Lui ascoltava i dischi delle opere e dei concerti che più gli piacevano e ne canticchiava i brani più noti accompagnandosi al pianoforte che suonava ad orecchio. Se oggi io mi commuovo ascoltando un concerto di musica classica o le opere di Verdi e di Puccini è perché da bambina ho visto le persone che più amavo farlo senza vergogna, ho vissuto i momenti più teneri e sereni della mia vita, avendo come colonna sonora Beethoven, Chopin, Verdi, Puccini, Rossini ….

Grazie nonno per avermi dato l’opportunità di entrare nella atmosfera fantastica che solo della bella musica sa dare, grazie per avermi concesso il lusso di piangere commossa, ascoltando una romanza o un inno che per tanti altri è solo antiquata e obsoleta sdolcinata musica non più di moda.

A mio nonnoultima modifica: 2010-12-25T17:05:00+01:00da elisaber
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