La principessa di ghiaccio

Läckberg Camilla   La principessa di ghiaccio

Certamente è il genere di giallo che preferisco, senza inutili scene macabre, senza una continua e spropositata sequela di parolacce, ma con personaggi della vita quotidiana che si ritrovano, loro malgrado, catapultati sulle cronache dei giornali per un fatto di sangue accaduto nella loro realtà di tutti i giorni, così come, purtroppo, ormai molto spesso, leggiamo anche oggi nei notiziari.

L’analisi psicologica dei personaggi, alla Agata Christie, è molto accattivante e il romanzo si fa leggere volentieri. Devo ammettere che dopo le prime pagine e, dopo aver conosciuto il panorama dei personaggi, ho subito indovinato il posto dove inserire le tessere del Puzzle, ma lo faccio sempre anche con i film. Il nome dell’assassino però, lo confesso mi è giunto del tutto inaspettato.

Al di là , del mio giudizio sul libro che è, senz’altro positivo, voglio sottolineare alcuni passaggi, che mi hanno fatto riflettere.

Tutto il dramma si gioca sul convincimento che alla base dei rapporti interpersonali in una società ci debba essere una sorta di pudore che protegga sempre e comunque la reputazione di chiunque.

Lo scandalo va evitato a tutti  costi, ogni pettegolezzo deve essere messo a tacere per salvaguardare le apparenze di pace, di serenità e di moralità che sono alla base del convivere.

Che si tratti di pedofilia, di violenza, di morte non ha importanza, ma il silenzio può far sì che tutto ciò non prenda consistenza, anche a scapito del dolore e del dramma che le vittime vivono interiormente.

“ Odio, invidia, avidità, vendetta…ogni sentimento veniva nascosto sotto un grande coperchio imposto dalla domanda <cosa dirà la gente?>” pag.354

La principessa di ghiaccioultima modifica: 2011-01-06T20:01:21+01:00da elisaber
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