Quante volte la scuola delude e tradisce le attese, le aspettative ed anche il suo intrinseco significato? Può accadere che alunni adolescenti si ritrovino a sprecare anni di studio a causa di interventi didattici inadeguati che non riescono a lasciare un segno decisivo e significativo nel loro processo di crescita intellettuale.
Più semplicemente quando si incontrano cattivi insegnanti incapaci di realizzare il necessario legame empatico con i propri allievi, questi non saranno mai spinti ad acquisire il sapere come mezzo di accrescimento e di spinta verso l’impegno personale futuro.
Spesso si dice che le proprie scelte personali di vita, soprattutto nell’ambito lavorativo, provengano da stimoli avuti negli anni della scuola e soprattutto per merito di quel particolare insegnante. Se questa alchimia non si materializza gli anni della scuola saranno solo il risultato di un dovere istituzionale che obbliga i giovani ad istruirsi.
Nei 13 anni di frequenza scolastica possono essere negate tutte le esperienze emozionali che fanno la differenza fra l’alfabetizzazione e la cultura e solo per non aver avuto l’opportunità di incontrare il docente preparato e passionale che, oltre a conoscere la sua disciplina, riesce a comunicarla e a farla amare coinvolgendo la mente e il cuore degli alunni. Questa dovrebbe essere la norma nella professione docente e invece, temo, che sia solo una fortunata eccezione.