Vinosofia di Roberto Cipressi e Giovanni Negri ed.Piemme
È ora di aggiornare questo blog e voglio farlo con un libro che si legge d’un fiato e che, per chi è appassionato di enologia, insegna tante cose con brio, esattezza e sentimento.
Da bambina seguivo spesso mio padre tra le zolle della campagna che era stata dei nonni e sapevo che la produzione dei vigneti rappresentava il sostegno economico della famiglia per l’intero anno.
Allora l’uva da tavola per esportazione era la maggiore fonte di guadagno, ma perché ciò si avverasse positivamente era necessaria una equilibrata alternanza di pioggia e di sole e l’uva non doveva subire l’attacco dei parassiti e soprattutto la rovina della grandine.
Quest’ultima era temuta particolarmente, perché l’uva da tavola che si vendeva all’estero doveva avere un aspetto perfetto. Ricordo che ad ogni temporale estivo la nonna farfugliava preghiere a santa Barbara invocata come protettrice contro i fulmini. C’era ansia in quei momenti, perché dalle vicissitudini metereologiche dipendeva tutto un anno di lavoro.
Con l’avvento delle cantine sociali il problema si è ridimensionato e piano piano il mercato ha spostato l’attenzione dei viticultori dall’uva da tavola alla vinificazione.
La mia sensibilità nei confronti della viticoltura e in particolare dell’enologia nasce proprio da quegli anni e oggi quando bevo del vino mi piace saperne l’origine, le caratteristiche e quant’altro. Così per appagare la mia innata curiosità mi sono imbattuta in questo delizioso libretto “Vinosofia” di Roberto Cipresso e Giovanni Negri edito da Piemme che ha come azzeccatissimo sottotitolo una dichiarazione d’amore in 38 bicchieri, sì perché proprio d’amore si tratta.Questo è un libro che non si può raccontare, solo il gusto del buon bere e la curiosità culturale su tutto quanto ruota intorno ad un profumato grappolo d’uva possono solleticare la voglia di leggerlo tenendo conto che come gli autori affermano ” È scritto per quanti sanno o intendono capire che il vino è storia, fatica, amori, sogni,dolori, speranze. In una parola vita.”